Domanda:
Bugatti Veyron....la conoscete?
2006-12-19 00:01:15 UTC
Ciao a tutti!
mi servirebbero tutte le informazioni possibili su questa fantastica macchina!
non mandatemi link ma pubblicate tutto quello che trovate!
Grazie
Teo 85
Sette risposte:
Mythos
2006-12-19 10:17:17 UTC
Dopo innumerevoli test e rinvii finalmente ci siamo: l’attesissima Bugatti Veyron è pronta per la produzione e ha già centrato il principale obiettivo del progetto: superare la soglia dei 400 km/h.

Un esemplare perfettamente stradale della vettura ci è riuscito in Germania, sfruttando il circuito di prova Volkswagen di Ehra-Lessien dove ha raggiunto l’incredibile velocità di 407 km/h! E non si è trattato di uno dei tanti test segreti condotti negli ultimi mesi, ma di una prestazione ufficiale certificata dal TüV.



Un “mostro” di tecnologia

Come ricorderanno i lettori di Infomotori.com, che in passato ha già presentato la Veyron quando era ancora un “semplice” prototipo, questa supersportiva che segna la rinascita del marchio Bugatti sotto le ali protettrici (e i capitali) del Gruppo Volkswagen rappresenta un vero e proprio concentrato di tecnologia.

Quasi scontata, oggi, la presenza di un telaio in fibra di carbonio, che infatti è solo una dei tanti segreti della vettura. Il più stupefacente, con ogni probabilità, è il propulsore. Si tratta infatti di un sedici cilindri disposti su quattro bancate che descrivono una doppia V: una soluzione costruttiva decisamente originale, che ha consentito di ottenere dimensioni compatte, paragonabili a quelle di un normale V12. Il principio è quello già sperimentato con successo con il W12 che equipaggia A8, Touareg e Phaeton, ma in questo caso i numeri sono davvero straordinari. Con una cilindrata di 8 litri e 64 valvole, il propulsore eroga ben 1001 CV e la stratosferica coppia di 1.250 Nm a 6.000 giri!



Numeri da record, resi possibili dall’adozione di ben quattro turbocompressori: rispetto ad una più tradizionale soluzione biturbo, in questo modo i tecnici hanno potuto utilizzare turbine più piccole e quindi minimizzare il ritardo di risposta tipico dei propulsori sovralimentati, ma senza rinunciare ad un’elevatissima potenza massima.



A titolo di curiosità, Infomotori.com segnala che a introdurre la soluzione dei sedici cilindri era stato proprio Ettore Bugatti, sulle Type 45 e Type 47 del 1928, prendendo spunto dal propulsore di un aeroplano: all’epoca, naturalmente, era stata adottata un’architettura più tradizionale a V, ma i risultati erano stati ugualmente sorprendenti, con una potenza di ben 250 CV.



Tornando alla Veyron, è evidente che un simile “cuore” richiede un’impiantistica all’avanguardia, degna delle sue prestazioni straordinarie: la circolazione dell’olio, ad esempio, avviene con un carter secco particolarmente piatto, con pompa di recupero a quattro fasi che aspira l’olio e ne regola il flusso in tutto il motore. Una soluzione, questa, fino ad ora impiegata solo sui propulsori di Formula 1. Ed ancora, la variazione elettroidraulica degli alberi a camme è possibile ad ogni regime, per assicurare in qualsiasi circostanza una risposta istantanea all’acceleratore e un comportamento molto regolare.



La stratosferica potenza e coppia motrice a disposizione sono scaricate al suolo attraverso un sistema di trazione integrale permanente, ma il vero gioiello del reparto trasmissione è il cambio. Si tratta infatti di un’applicazione estrema del sistema DSG con doppia frizione, in questo caso con sette marce e dimensionato per reggere alle straordinarie sollecitazioni provenienti dal propulsore. I passaggi da un rapporto all’altro avvengono in soli 0,2 secondi e possono essere comandati dagli ormai immancabili bilancieri dietro il volante o agendo in modo sequenziale sul comando del cambio.



Prestazioni da tachicardia

I dati cronometrici lasciano poco spazio a repliche: la nuova Bugatti Veyron raggiunge i 100 Km/h con partenza da fermo in soli 2.5 secondi, i 200 in 7.3 secondi ed i 300 orari in 16.7 secondi! Prestazioni spaventose, che rendono la supersportiva tedesca una delle auto più veloci al mondo e ne decretano l’accesso nell’Olimpo dei progetti più estremi in campo motoristico.



Di eccelso livello anche l’impianto frenante cui è demandato il compito di imbrigliare i 1001 puledri del W16 e garantire l’arresto da 100 km/h in 31.4 metri. Altrettanto “spaventosi” pure i consumi, come si può facilmente immaginare. La Bugatti Veyron si accontenta, per modo di dire, di 40.4 litri per percorrere 100 chilometri, roba da far impallidire le moderne monoposto di Formula 1! Il valore non rappresenta di sicuro un problema per i 300 fortunati acquirenti, che dopo aver atteso quasi 5 anni ed aver sborsato un milione di euro non si spaventeranno di fronte ad un consumo da centrale termoelettrica…



Uno sviluppo difficile

Il progetto Veyron si è dimostrato più complesso del previsto ed ha dovuto superare numerose difficoltà. D’altronde con simili valori di potenza e coppia risulta alquanto difficile trovare materiali e sovrastrutture di robustezza adeguata.

A creare particolari problemi, secondo numerose voci arrivata alla stampa specializzata nei mesi scorsi, sono stati soprattutto la resistenza ed il surriscaldamento del gruppo motore-trasmissione, ai quali è stato posto rimedio rivedendo il dimensionamento di alcune componenti.



Come la proverbiale coperta sempre troppo corta, questo ha comportato altre difficoltà, sotto forma di un peso eccessivo per una supercar estrema: anche dopo una severa dieta dimagrante e a dispetto dell’impiego di fibra di carbonio e altri sofisticati materiali, infatti, il peso della Veyron è di 1.888 kg, contro i circa 1.300 kg della Ferrari Enzo.



Insomma, non proprio un fuscello, con dubbi ancora da chiarire sull’effettivo comportamento su strada, dal momento che come hanno insegnato le già mitiche Enzo ed MC12 una vera supersportiva non è semplicemente un motore dalla potenza mostruosa con quattro ruote attorno…



Un classico in chiave moderna

Di fronte ai numeri da capogiro della Veyron, per una volta ad Infomotori.com abbiamo lasciato per ultime le considerazioni estetiche. Del resto anche il design della carrozzeria ha risentito della “lotta” dei tecnici contro i surriscaldamenti continui in fase di sviluppo. L’adozione di una meccanica tanto straripante e di componenti adeguatamente dimensionate ha infatti imposto una carrozzeria piuttosto massiccia nella zona posteriore, con ben quattro prese d’aria di generose dimensioni, due sulle fiancate e altrettante sopra il lunotto.



Il frontale, da parte sua, sfoggia una rivisitazione in chiave moderna del mitico radiatore a ferro di cavallo distintivo delle Bugatti ed un cofano piuttosto corto, dal quale prendono forma l’ampio parabrezza fortemente inclinato e i generosi passaruota anteriori in evidenza. La vista laterale è invece caratterizzata dal finestrino di ridotte dimensioni e dal raccordo tra l’abitacolo e la zona posteriore, più larga rispetto alla parte centrale del corpo vettura. Molto pulito, infine, il design della coda, nella quale spiccano i quattro gruppi ottici circolari, il generoso scarico centrale di forma quadrangolare e l’alettone a scomparsa che si alza automaticamente alle alte velocità per assicurare la necessaria deportanza.



Le scelte stilistiche non presentano particolari esagerazioni come in altre sportive estreme, nel caso della Bugatti Veyron il compito di “spaventare” ed esprimere esteticamente gli elevati contenuti tecnici viene demandato al cofano posteriore che lascia ben in vista il maestoso W16 quadriturbo.

Infine, la riproposizione in chiave moderna di alcune soluzioni tipiche del passato è più evidente nell’abitacolo, dove il design innovativo della plancia – davvero elegante – e la sofisticata strumentazione in dotazione convivono con raffinati rivestimenti in pelle e soprattutto con scelte dal gusto retrò come gli intarsi in alluminio satinato.



Al di là delle considerazioni estetiche e sull’effettivo comportamento stradale di una supercar da due tonnellate, comunque, Infomotori.com è certo che con i suoi 407 km/h di velocità massima la Veyron si è già guadagnata un posto nella storia dell’automobile.
2006-12-19 11:56:54 UTC
secondo me è un'auto di melma
2006-12-19 10:34:06 UTC
La Bugatti veyron (gruppoo Wolksvagen) è stata la peggiore figura della Volks di sempre. Sono partiti affermando che loro avrebbero fatto la macchina più potente, più veloce, più tutto. Al momento della commercializzazione si sono accorti che non stava in strada nemmeno a inchiodarla e che non aveva sufficiente raffreddamento e che il motore non durava. Hanno rimandato di 6 mesi in 6 mesi l'uscita, tra gli improperi degli incazzatissimi clienti che avevano già versato enormi assegni di caparra.

Più di una volta sono stati sul punto di rinunciare. Poi hanno inventato la card e la dichiarazione di scarico di responsabilità. Ovvero, se ne compri una (beato te che puoi) non va a 400 all'ora come promesso, troppo pericoloso. Per sbloccare il limitatore di velocità devi avere na card elettronica che ti danno solo se firmi una dichiarazione di scarico di responsabilità, in cui ti prendi le tue responsabilità nel superare la velocità imposta dal limitatore. In poche parole hanno risolto il problema dicendo.... la macchina i 400 li farebbe anche, ma se lo fate sono *beep* vostri.

La Veyron è una stupenda auto da parchegiare fuori dal bar. Una Ferrari Enzo, per dirne una, farà "solo" i 350 Km/h, ma la puoi usare tutti i giorni e sta incollata alla strada. Quella sì che è un'automobile e non un soprammobile.
iin_esprit
2006-12-20 08:41:38 UTC
è pià facile chiedere "cè qualcuno che non la conosce??"...suvvia la conosce pure mia mamma un gioiello del genere...cmq fai un giro sul sito della bugatti..ne vale la pena..
StefanoS
2006-12-19 12:15:15 UTC
Mi sembra di averne sentito parlare un po'.... ma non so dirti molto di piu!!!
a
2006-12-19 08:34:28 UTC
L'ho vista qualche mese fa al museo Schlumpf di Mulhouse, in Francia ,....se vuoi ti mando qualche foto che ho fatto?



ciaooo
bolgiagreca
2006-12-19 08:27:46 UTC
Premesso che personalemnte preferisco l'EB110, questo è quello che ho trovato.



Un “mostro” di tecnologia

Come ricorderanno i lettori di Infomotori.com, che in passato ha già presentato la Veyron quando era ancora un “semplice” prototipo, questa supersportiva che segna la rinascita del marchio Bugatti sotto le ali protettrici (e i capitali) del Gruppo Volkswagen rappresenta un vero e proprio concentrato di tecnologia.

Quasi scontata, oggi, la presenza di un telaio in fibra di carbonio, che infatti è solo una dei tanti segreti della vettura. Il più stupefacente, con ogni probabilità, è il propulsore. Si tratta infatti di un sedici cilindri disposti su quattro bancate che descrivono una doppia V: una soluzione costruttiva decisamente originale, che ha consentito di ottenere dimensioni compatte, paragonabili a quelle di un normale V12. Il principio è quello già sperimentato con successo con il W12 che equipaggia A8, Touareg e Phaeton, ma in questo caso i numeri sono davvero straordinari. Con una cilindrata di 8 litri e 64 valvole, il propulsore eroga ben 1001 CV e la stratosferica coppia di 1.250 Nm a 6.000 giri!



Numeri da record, resi possibili dall’adozione di ben quattro turbocompressori: rispetto ad una più tradizionale soluzione biturbo, in questo modo i tecnici hanno potuto utilizzare turbine più piccole e quindi minimizzare il ritardo di risposta tipico dei propulsori sovralimentati, ma senza rinunciare ad un’elevatissima potenza massima.



A titolo di curiosità, Infomotori.com segnala che a introdurre la soluzione dei sedici cilindri era stato proprio Ettore Bugatti, sulle Type 45 e Type 47 del 1928, prendendo spunto dal propulsore di un aeroplano: all’epoca, naturalmente, era stata adottata un’architettura più tradizionale a V, ma i risultati erano stati ugualmente sorprendenti, con una potenza di ben 250 CV.



Tornando alla Veyron, è evidente che un simile “cuore” richiede un’impiantistica all’avanguardia, degna delle sue prestazioni straordinarie: la circolazione dell’olio, ad esempio, avviene con un carter secco particolarmente piatto, con pompa di recupero a quattro fasi che aspira l’olio e ne regola il flusso in tutto il motore. Una soluzione, questa, fino ad ora impiegata solo sui propulsori di Formula 1. Ed ancora, la variazione elettroidraulica degli alberi a camme è possibile ad ogni regime, per assicurare in qualsiasi circostanza una risposta istantanea all’acceleratore e un comportamento molto regolare.



La stratosferica potenza e coppia motrice a disposizione sono scaricate al suolo attraverso un sistema di trazione integrale permanente, ma il vero gioiello del reparto trasmissione è il cambio. Si tratta infatti di un’applicazione estrema del sistema DSG con doppia frizione, in questo caso con sette marce e dimensionato per reggere alle straordinarie sollecitazioni provenienti dal propulsore. I passaggi da un rapporto all’altro avvengono in soli 0,2 secondi e possono essere comandati dagli ormai immancabili bilancieri dietro il volante o agendo in modo sequenziale sul comando del cambio.



Prestazioni da tachicardia

I dati cronometrici lasciano poco spazio a repliche: la nuova Bugatti Veyron raggiunge i 100 Km/h con partenza da fermo in soli 2.5 secondi, i 200 in 7.3 secondi ed i 300 orari in 16.7 secondi! Prestazioni spaventose, che rendono la supersportiva tedesca una delle auto più veloci al mondo e ne decretano l’accesso nell’Olimpo dei progetti più estremi in campo motoristico.



Di eccelso livello anche l’impianto frenante cui è demandato il compito di imbrigliare i 1001 puledri del W16 e garantire l’arresto da 100 km/h in 31.4 metri. Altrettanto “spaventosi” pure i consumi, come si può facilmente immaginare. La Bugatti Veyron si accontenta, per modo di dire, di 40.4 litri per percorrere 100 chilometri, roba da far impallidire le moderne monoposto di Formula 1! Il valore non rappresenta di sicuro un problema per i 300 fortunati acquirenti, che dopo aver atteso quasi 5 anni ed aver sborsato un milione di euro non si spaventeranno di fronte ad un consumo da centrale termoelettrica…



Uno sviluppo difficile

Il progetto Veyron si è dimostrato più complesso del previsto ed ha dovuto superare numerose difficoltà. D’altronde con simili valori di potenza e coppia risulta alquanto difficile trovare materiali e sovrastrutture di robustezza adeguata.

A creare particolari problemi, secondo numerose voci arrivata alla stampa specializzata nei mesi scorsi, sono stati soprattutto la resistenza ed il surriscaldamento del gruppo motore-trasmissione, ai quali è stato posto rimedio rivedendo il dimensionamento di alcune componenti.



Come la proverbiale coperta sempre troppo corta, questo ha comportato altre difficoltà, sotto forma di un peso eccessivo per una supercar estrema: anche dopo una severa dieta dimagrante e a dispetto dell’impiego di fibra di carbonio e altri sofisticati materiali, infatti, il peso della Veyron è di 1.888 kg, contro i circa 1.300 kg della Ferrari Enzo.



Insomma, non proprio un fuscello, con dubbi ancora da chiarire sull’effettivo comportamento su strada, dal momento che come hanno insegnato le già mitiche Enzo ed MC12 una vera supersportiva non è semplicemente un motore dalla potenza mostruosa con quattro ruote attorno…



Un classico in chiave moderna

Di fronte ai numeri da capogiro della Veyron, per una volta ad Infomotori.com abbiamo lasciato per ultime le considerazioni estetiche. Del resto anche il design della carrozzeria ha risentito della “lotta” dei tecnici contro i surriscaldamenti continui in fase di sviluppo. L’adozione di una meccanica tanto straripante e di componenti adeguatamente dimensionate ha infatti imposto una carrozzeria piuttosto massiccia nella zona posteriore, con ben quattro prese d’aria di generose dimensioni, due sulle fiancate e altrettante sopra il lunotto.



Il frontale, da parte sua, sfoggia una rivisitazione in chiave moderna del mitico radiatore a ferro di cavallo distintivo delle Bugatti ed un cofano piuttosto corto, dal quale prendono forma l’ampio parabrezza fortemente inclinato e i generosi passaruota anteriori in evidenza. La vista laterale è invece caratterizzata dal finestrino di ridotte dimensioni e dal raccordo tra l’abitacolo e la zona posteriore, più larga rispetto alla parte centrale del corpo vettura. Molto pulito, infine, il design della coda, nella quale spiccano i quattro gruppi ottici circolari, il generoso scarico centrale di forma quadrangolare e l’alettone a scomparsa che si alza automaticamente alle alte velocità per assicurare la necessaria deportanza.



Le scelte stilistiche non presentano particolari esagerazioni come in altre sportive estreme, nel caso della Bugatti Veyron il compito di “spaventare” ed esprimere esteticamente gli elevati contenuti tecnici viene demandato al cofano posteriore che lascia ben in vista il maestoso W16 quadriturbo.

Infine, la riproposizione in chiave moderna di alcune soluzioni tipiche del passato è più evidente nell’abitacolo, dove il design innovativo della plancia – davvero elegante – e la sofisticata strumentazione in dotazione convivono con raffinati rivestimenti in pelle e soprattutto con scelte dal gusto retrò come gli intarsi in alluminio satinato.



Al di là delle considerazioni estetiche e sull’effettivo comportamento stradale di una supercar da due tonnellate, comunque, Infomotori.com è certo che con i suoi 407 km/h di velocità massima la Veyron si è già guadagnata un posto nella storia dell’automobile.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
Loading...